Dedicato ad ASCANIO ARCANGELI
Se conoscete qualche anziano appassionato di ciclismo, chiedetegli se si ricordano di Arcangeli. Quasi sicuramente vi sentirete rispondere: “Chi, il roscio del Piccione?”. Eh sì, perché gli appassionati del pedale erano soliti chiamarlo in questo modo; un po’ per il colore dei suoi capelli, un po’ per l’abitudine ad allenarsi sulla salita del Piccione, a pochi chilometri da casa, portandosi dietro pesi di ogni genere.
Ascanio Arcangeli, nato il 1° giugno del 1911, iniziò a gareggiare nel 1928 e in pochi anni divenne uno dei migliori ciclisti umbri di tutti i tempi. Nel 1931 e nel 1932 fu campione regionale e le sue doti di ciclista completo, forte in salita, ma anche sul passo e capace di difendersi anche negli sprint convinsero l’allora ct azzurro a convocarlo in nazionale per i mondiali di Roma del 1932. Fu professionista dal 1936 al 1949, partecipando due volte al Giro d’Italia e raccogliendo in carriera una decina di vittorie.
Le gesta sportive di Arcangeli si mescolavano con la storia del nostro Paese, di cui in quegli anni la bicicletta era parte integrante. Con la bici si cercava una vita migliore e vincere una gara non era solo una soddisfazione personale ma, più materialmente, offriva l’opportunità di tornare a casa in treno dopo la gara. In caso contrario, oltre alla fatica della competizione c’era da aggiungere la fatica di rimontare in sella per fare ritorno a Perugia in bicicletta. Inutile dire, ovviamente, che anche l’andata spesso si faceva pedalando.
La carriera di Arcangeli subì una sosta nel 1940 a causa della Seconda Guerra Mondiale, alla quale il corridore umbro partecipò combattendo come bersagliere: riportò due ferite che gli valsero una croce di guerra al valore militare. Nonostante questo, subito dopo il conflitto Arcangeli riprese a gareggiare e lo fece fino al 1949. Cessata l’attività si dedicò a infondere la sua passione tra i giovani e in particolare tra le donne, diventando tecnico federale e introducendo l’attività ciclistica femminile nel centro Italia. Scomparve prematuramente il 21 marzo del 1975.